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La confraternita: quale passato e quale futuro?

07/08/2009 - Nella serata di ieri, sesto giorno della Quindicina della Madonna Assunta, il parroco don Giuseppe de Candia ha condotto una lexio di carattere storico circa le origini confraternali e ha lanciato delle vere provocazioni per chiedere all’assemblea «che ne sarà in futuro?».
Don Giuseppe, nella spiegazione delle origini della confraternita, si è avvalso delle parole di Pietro Angione, nostro confratello e autore del libro “La confraternita di Maria SS. Assunta in cielo di Molfetta”. Le confraternite nascono in un periodo storico travagliato per Molfetta, quando in seguito alla rivoluzione Francese la città e l’Italia, non ancora unita, era in preda a pestilenze e morte; molti poveri morivano per le strade e non avevano neanche una fossa, mancavano enti previdenziali e nessuno si occupava della gente bisognosa. Intorno ai primi dell’Ottocento, le confraternite sono le prime associazioni che offrono un supporto alla gente misera: nei primi documenti si legge che erano donate scarpe, un pugno di grano o di sale, tutti beni di primissima necessità. Proprio in quest’ambiente si colloca la nascita della nostra Confraternita, lo statuto originale della congregazione ne riporta la data 1815. La Pia unione, secondo gli scritti del Salvemini, fu fondata alla fine del XVII secolo e le attività di suddetta associazione erano la recita del Santo Rosario e azioni caritative. Oggi, la confraternita si adopera in alcuni momenti nodali del calendario cristiano: durante il periodo quaresimale, i confratelli selezionano e curano “la frasche” che servirà per adornare la statua di Cristo all’orto, portato in processione il Venerdì Santo. Altri importanti momenti sono la partecipazione alla processione del Corpus Domini e della Festa del Santo Patrono S.Corrado a luglio e della Madonna dei Martiri a settembre, oltre alla processione del Sabato Santo nella quale i confratelli accompagnano l’immagine di S.Pietro. Momento di grande intensità devozionale è la quindicina della Madonna Assunta anche se spesso per “distrazioni vacanziere” i confratelli e le consorelle ne riducono l’importanza. Il momento della frasca, il giro per i fondi agricoli dell’amministrazione per ricercare il miglior albero d’ulivo degno di adornare il simulacro del Cristo all’orto, ci riconduce ad origini agricole della confraternita.
La presenza prevalente del ceto agricolo nella nostra confraternita ha origini ignote, ancora oggi è composta d’agricoltori, ma anche di studenti, marinai, operai, professionisti: ovviamente non vige nessun assurdo gioco di prestigio tra confratelli. In quest’ambiente familiare c’è ancora un profumo di cose semplici, di un lavoro umile e dignitoso ma al tempo stesso, specie grazie ai giovani rampolli, una grande voglia di rinnovo culturale senza rinnegare la propria genesi. La voglia di cambiamento, anche per scardinare qualche pregiudizio rivolto alla “confraternita dei contadini”, si concretizza nella colorita ed intensa quindicina di quest’anno partendo dai momenti di preghiera semplici fino ad opportunità culturali ed artistiche che si stanno accompagnando quotidianamente in queste serate d’agosto.
Don Giuseppe ha proseguito la video catechesi provocando abbastanza l‘assemblea dicendo «Appartenere a una confraternita è sfoggiare un abito? La processione è forse una parata? E’ solamente il pizzarello?» Io direi anche: «Scegliere di appartenere ad una confraternita significa ostentare il proprio status sociale?».
E’ fondamentale promuovere momenti di preghiera e attività di carità, dando alla confraternita il lustro iniziale, ovviamente avvalendosi di nuove strategie e andando incontro alle esigenze odierne. Molto importante, afferma più volte il parroco, seguire La Parola, ascoltare il vangelo Domenicale, che ci fornisce «il carburante giusto» per affrontare le difficoltà quotidiane. Forse paradossalmente l’aspetto sacro è quello maggiormente sottovalutato in quanto il carattere folkloristico di molte manifestazioni annebbia la vista non facendoci percepire la genuinità, la bellezza e l’essenzialità che sta nella vera Preghiera.
Con l’augurio che il momento di riflessione possa sortire cambiamenti concreti nella vita confraternale e scelte coraggiose di vita cristiana.

Mariagrazia Petruzzella

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