La “frasche” di Gesù nell’Orto
I preparativi per la Settimana Santa fervono già nel mese di novembre, quando vengono scelte le frasche d’ulivo che serviranno ad addobbare la statua di Gesù nell’orto, e vengono opportunamente trattate e coperte per evitare l’ingresso dell’aria, cosicché le olive si conservino sino alla quaresima.
La domenica prima delle Ceneri vengono prelevati dagli alberi i rami meno carichi di olive, lasciando quelli di prima scelta per la Settimana Santa, e vengono portati presso la sede. Qui bisogna scegliere “u cheppale”, ramo terminale dell’albero di ulivo dotato di scheletro ligneo robusto, che nella “frasca” di Gesù nell’orto funge da tronco. Ad esso vengono fissati con fili di ferro “re pennéisce”, rami penduli della pianta d’ulivo, poco lignificati e molto flessibili. In processione essi ondeggiano notevolmente, e costringono ad uno sforzo sovrumano il confratello che si cimenta come portatore “sott’alla frasche”, avanti a destra. Infine ciascun confratello applica un ramoscello contribuendo simbolicamente all’addobbo. Alla fine sulla “frasca” sono rappresentate tutte le contrade e le varietà di olive dell’agro molfettese.
La “frasca” viene trasportata a spalla sino alla chiesa di S. Stefano, dove la statua del Cristo viene issata sulla base. Dopo viene sistemato un tronco di legno su cui viene collocato l’angelo che regge il calice della Passione, infine sul tronco viene applicata la “frasca”. Il procedimento si ripete il Mercoledì Santo per l’allestimento del sepolcro, e il Venerdì Santo prima dell’uscita della statua. |