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Un ospite importante nel nostro altare ...
Nel cappellone dell’Assunta sarà allestito il repositorio per l’adorazione comunitaria che si terrà dalle 18,30 con la celebrazione della CENA DEL SIGNORE, alle 22 con l’adorazione comunitaria. Per l’occasione è stato realizzato un addobbo davvero elegante, che muove il cuore a toccanti riflessioni sulla Passione del Cristo e sul Sacramento dell’Eucaristia…

31/03/2010 - La giornata di domani, 1 aprile, Giovedì Santo, è dedicata alla commemorazione dell’ultima cena di Nostro Signore, il quale con il gesto della lavanda dei piedi e della frazione del pane ha istituito la Chiesa fondandola sui dodici apostoli e, in modo particolare, su Pietro. Gli Apostoli sono protagonisti della cena, ma un altro protagonista è appunto quel pane spezzato, e quel vino distribuito da Gesù ai dodici amici raccolti attorno alla mensa, quegli stessi amici che di lì a poco lo abbandoneranno: Pietro lo rinnegherà, gli altri si rinchiuderanno nel cenacolo, per paura dei Giudei. Giuda invece è già dai Sommi Sacerdoti a “vendere” il Maestro.
Quel pane e quel vino non sono simboli del corpo e del sangue del Signore… Quel pane e quel vino sono il corpo e il sangue del Signore!
Il Giovedì Santo è il giorno della contemplazione di questo mistero: Gesù, facendosi pane e vino, torna ad essere innalzato, spezzato e versato sull’altare. Il sacrificio di duemila anni fa si ripete sugli altari di tutte le chiese di tutto il mondo, tutti i giorni…
E Maria, la nostra cara “Assunta”, ha contemplato questo mistero da vicino. Lei ha potuto toccare la carne del Signore ancora bambino. Anzi, è stata proprio lei a “regalare” la carne al Figlio di Dio, partecipando al mistero dell’Incarnazione, ed ora soffre nella sua carne lo stesso dolore del Figlio abbandonato, agonizzante nell’orto, flagellato, deriso, coronato di spine, sputato, costretto a trasportare sulle spalle l’oggetto che gli procurerà una morte orrenda, sul quale sarà inchiodato e spirerà tra le sofferenze più atroci per completare la Redenzione. E Maria, la Regina Assunta in Cielo, sarà lì sotto la croce, a patire un dolore simile a quello di sette spade che trafiggono l’anima.
Sono riflessioni che di certo, nella giornata di domani, affioreranno alla mente di tutti i confratelli. Gesù, Maria, la Croce… in queste tre parole è racchiuso tutto il senso delle giornate che stiamo per vivere. Non ci dispiacerà domani, entrando in chiesa, di non vedere la splendida immagine lignea dell’Assunta del caro Verzella, perchè coperta dai drappi: per un giorno la Vergine ospiterà il padrone di casa, presente nel SS. Sacramento, che sarà custodito nel nostro tabernacolo in occasione dell’allestimento del repositorio.
Forse ci fermeremo con orgoglio ad osservare i paramenti della nostra Congrega: tovaglie, copri-tabernacolo, candelieri… Tutte cose che da troppo tempo forse non vengono esposte ad abbellire il nostro altare. Ma il protagonista, per un giorno, sarà Lui, Gesù, presente in quel pezzo di pane, con tutta la sofferenza della sua Passione. Si offrirà ancora a noi, tutti i giorni. Noi duemila anni fa lo abbiamo rifiutato, percosso e ucciso, e Lui invece vuole stare con noi, essere “mangiato” ancora da noi, per abitare nel nostro cuore. Solo pochi giorni, e ci sarà la gioia della Risurrezione. Cadranno quei drappi, e finalmente rivedremo la nostra Assunta, gioiosa, rapita in estasi dal Cielo, il cui destino di gloria richiama il destino glorioso di Gesù Risorto e assunto in Cielo in anima e corpo.

Pietro Angione

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