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Tesori nascosti...

24/04/2010 -
Una associazione come la Confraternita dell’Assunta, quasi duecentenaria, ha una storia che procede parallelamente a quella della Chiesa universale e diocesana, parallelamente alla storia della Molfetta dei Borboni, poi dei Savoia, e infine dell’Italia Repubblicana. Pur con tutto questo pesante fardello, la Confraternita ha una storia che è la somma delle tante storie di persone semplici che l’hanno composta…
Allora capita che in certi periodi ci siano personaggi importanti, “colonne”… Basti pensare ai carissimi Carlo Roselli e Gaetano Petruzzella, che seguono la Confraternita da più di cinquant’anni... E che dire di Nicola Sancilio, Priore per quarant’anni di fila fino al 1989, il celebre “Patrune Coline”? E scovando nei libri dei verbali vengono fuori i nomi di altri confratelli che, ai loro tempi, sono stati “colonne”… Ad esempio Cosimo Sancilio, personaggio di spicco della prima metà del ‘900, che compare costantemente come Priore sui libri dei verbali… oggi vi sono pronipoti viventi che ne parlano raramente, ma il suo nome rimane scritto sulle sbiadite pagine dei nostri libri d’archivio… e come lui tanti altri che, ai loro tempi, sono stati alla guida per periodi lunghissimi, quasi suscitando il timore che, sparendo loro, sarebbe un giorno sparita anche la Confraternita, e invece i loro ampi priorati sembrano oggi brevissime comparse sulla scena…
E in questa lunghissima intricata vicenda di uomini, che hanno avuto come denominatore comune la devozione alla Vergine, oltre che le mani impastate di terra e la schiena spezzata dal duro lavoro dei campi, capita che i nomi di questi personaggi restano impressi su preziosi manufatti dimenticati da tempo sul soppalco…
Subito dopo la Pasqua, rimettendo in ordine la sede, ecco saltare fuori una cassa di legno, che dà l’impressione di essere alquanto vecchiotta, chiusa da due spaghi. La curiosità è forte, ci sono poche persone in sede… ecco saltare fuori qualcosa che mai si era immaginato di possedere: dei veri tesori…
Balza agli occhi una mozzetta, un po’ diversa da quelle che usiamo oggi. È la mozzetta originale della Confraternita! È di raso bianco crema, e il bordino non è rosso, come noi usiamo oggi, bensì viola… Anche le cuciture sono viola, e risaltano sul bianco crema. I fiorellini sono anch’essi viola, e non rossi, con lo stelo blu anzichè giallo… sul retro ricamate le iniziali “s. c. r.”. Ed ecco venir fuori i cingoli viola ed altri bordini viola conservati in un sacchetto a parte. Un vero reperto storico da incorniciare!
E poi, scovando, ecco una tovaglia ricamata in oro, con le iniziali M A, “Maria Assunta”. Colore bianco crema, e motivi floreali violacei, di un viola simile a quello dei fiorellini della mozzetta. Ed ecco il ricamo “1878, a devozione di Giuseppe Losito, P.”. Quella “P” deve stare per “Priore”… e infatti nel 1880 risulta Priore un tale Giuseppe Losito, che probabilmente era in carica già da qualche anno… un tassello in più alla storia della Confraternita, grazie appunto alla storia di questo Giuseppe Losito…
E poi ecco due panni per il crocifisso… uno dei due è spettacolare: vi è raffigurata la Vergine nel momento in cui sale al Paradiso accompagnata da due angeli, con lo sguardo estasiante rapito dall’Onnipotente. In basso un terzo angioletto sparge fiori sulla tomba vuota della Madre di Dio risvegliatasi dalla morte e “cessato l’inganno dell’ultimo affanno sul letto d’orror…” (come recita la quindicina…). Peccato che non ci sia nè l’anno, nè il donatore. E poi un altro panno per crocifisso, rosso davanti e bianco crema sul retro, coi consueti ornamenti floreali, che pare comparire su alcune foto della processione dell’Assunta del 1984…
Poi ecco srotolarsi davanti ai nostri occhi una stoffa nera lavorata in oro: il drappo per le bare dei confratelli defunti… vi sono ricamati dei teschi sdentati e clessidre alate, a rappresentare il tempo della vita che scorre veloce. Al centro, una grossa croce dorata…
Infine, oggetto preziosissimo, un leggìo in legno con cornice dorata, di quelli che si usavano un tempo per reggere e custodire i messali, datato 1916.
Insomma un vero tesoro che non pensavamo di possedere, roba d’altri tempi che vale una fortuna per ciò che rappresenta all’interno della nostra comunità confraternale. Il tutto poggiato su fogli di giornale di un noto quotidiano del 1983. Ovviamente provvederemo a indagare per bene fra i documenti sull’origine e la storia di questi oggetti, e comunicare quanto di nuovo ai cari utenti.
Perchè non si può costruire il futuro se non si conosce il passato…

Pietro Angione

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