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Sui passi di San Francesco.
Riflessioni sul musical inscenato dai giovani di A. C. della parrocchia S. Gennaro sulla vocazione del poverello di Assisi.

01/05/2010 - Sabato 17 aprile una buona rappresentanza della Confraternita dell’Assunta, amministrazione e confratelli, hanno presenziato al musical “Forza venite gente” realizzato dai giovani di A. C.
Seppur mossi da interesse, l’intento iniziale era anche quello di contribuire a rendere proficua l’iniziativa e “aiutare” la parrocchia S. Gennaro, sempre bisognosa di risorse economiche per la gestione e il mantenimento dell’edificio di culto e dei locali annessi. E invece non sono affatto state deluse le aspettative dei tanti che, da ogni parte della città, sono accorsi per trascorrere un sabato “diverso”.
San Francesco è un santo scomodo, come in fondo in fondo tutti i santi. il suo esempio di vita ti “sbatte in faccia” che si può essere felici anche senza avere nulla, ma vivendo costantemente a colloquio con Gesù. Anzi, chi ha Gesù ha tutto, il suo “nulla” svanisce…
La storia di Francesco è la storia di tutte le vocazioni: da un lato la chiamata del Signore alla santità, dall’altro il demonio, il mondo, il cuore, la famiglia, che lo trattengono coi piedi piantati sulla terra impedendogli di spiccare il volo. Francesco riesce a porsi in atteggiamento di ascolto, e trova il coraggio di obbedire. La sua vocazione non sarà tanto comune, la sua santità sarà speciale perchè egli diverrà padre di molti figli, e restauratore della chiesa che era “tutta in rovina…”
Nel messaggio diffuso da Sua Santità Benedetto XVI in occasione della XLVII giornata mondiale per le vocazioni, che la Chiesa ha celebrato il 25 aprile, IV domenica di Pasqua, sono elencati con deliziosa semplicità gli aspetti della vita del consacrato: l’amicizia con Cristo, il dono totale di se, il vivere la comunione. Sono proprio questi gli aspetti più evidenti della santità di Francesco: la fiducia totale in Cristo che lo porta a rifugiarsi in lui e vivere di preghiera, contemplando la presenza del creatore attraverso l’impronta da Lui lasciata in tutte le sue creature; l’abbandono della vita nel mondo fatta di agi, donne, divertimento, per vivere solo di Cristo nel rispetto dei voti di povertà, castità e obbedienza; il vivere in comunione coi confratelli l’esperienza alla vocazione monastica.
Tutti aspetti che i giovani di S. Gennaro hanno saputo rappresentare appieno…
Interessante la figura del padre Pietro di Bernardone, che non riesce ad accettare la vocazione del figlio. In un primo momento sembra piuttosto animato dal senso dell’onore offeso dal “tradimento” operato da Francesco ai danni delle sue aspettative di padre, ma poi si rivela spinto dal dolore per l’allontanamento del figlio, dall’incomprensione di una chiamata che non rientra nei suoi schemi. Solo dopo la morte del fraticello di Assisi, una umile stracciona riuscirà a convincerlo che il figlio è Santo, e si è santificato proprio attraverso quello stile di vita che lui ha tanto osteggiato. E lui dovrà inchinarsi di fronte a tale santità…
Chiara, poi, scopre la propria vocazione alla clausura e alla preghiera attraverso la sofferenza per l’allontanamento di Francesco, per il quale nutre un affetto “speciale”, a tratti equivoco…
Gli amici di Francesco dapprima scettici e addolorati per la “perdita” dell’amico, si uniranno a Lui nella sua “folle” impresa di fondatore di un ordine innovativo…
Tutti i personaggi sono perfettamente incastrati nella vicenda. Buone le capacità canore degli attori e belle le coreografie e i costumi.
Dato il clamoroso successo, confidiamo in una replica…

Pietro Angione

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