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Il carro dell'Assunta

24/07/2010 - Fino agli anni settanta, a memoria dei confratelli più anziani, la festa esterna dell’Assunta si svolgeva ogni anno il giorno proprio della festa liturgica.
Sul quarantennio 1950-1990 vi è una impressionante carenza di documentazione, ragion per cui, per raccontare ciò che accadde in quel periodo, è necessario basarsi sul racconto degli anziani che videro lentamente sfiorire il Sodalizio depauperato in primis della sua principale ricchezza: l’elemento umano. L’elenco dei soci anno per anno si accorciava, le casse languivano con l’impossibilità di realizzare nuove iniziative tese al rilancio della Confraternita, gestita da una compagine con idee “vecchie”, incapace di coinvolgere i giovani e “passare la mano”.
Il colpo di grazia fu la nascita, a seguito del boom economico, della festa profana del “Ferragosto”, coincidente con la Solennità dell’Assunzione. Fiumane di molfettesi, a bordo delle loro auto, approfittandosi del giorno festivo, si allontanavano alla ricerca di refrigerio delle più rinomate località balneari. Oppure passavano la settimana in villeggiatura, noncuranti dell’evento sacro che si svolgeva in città… Allora si generava un paradosso. Nel corso della quindicina, approssimandosi la data della festa dell’Assunta, invece che accrescersi la partecipazione alle celebrazioni, la statua della Vergine rimaneva sempre più sola col manipolo dei confratelli “fedelissimi” ogni anno più anziano, ogni anno più sparuto… e tutto poi si evidenziava macroscopicamente il giorno della processione, quando il simulacro avanzava per strade deserte, portato a spalla da pochissimi confratelli cui si univano i soliti “fissati della sdanga” che, pur non essendo confratelli, indossavano l’abito, indispensabili per il prosieguo del Sacro Corteo. Persiane chiuse, niente coperte ai balconi, file risicatissime costituite da pochi anziani e tre o quattro ragazzini figli e nipoti degli amministratori, vestiti da confratelli per l’occorrenza… una vera rovina…
Ecco che, negli anni sessanta-settanta, nacque l’usanza di portare la statua della Vergine su un carro trionfale, addobbato con drappi e composizioni floreali. Il tutto allestito su un veicolo di proprietà dell’affezionatissimo confratello, ex-priore e figlio di amministratore, Carlo Roselli. Ci è difficile comprendere il motivo di una tale iniziativa, probabilmente dovuta alla sempre più crescente carenza di confratelli abili al compito di portatori della pesante statua dell’Assunta. Taluni riferiscono che, in quel periodo, anche altre statue venivano trasportate su vetture, essendo le Confraternite talmente piccole da non riuscire ad allestire un numero adeguato di quadriglie.
Con l’allestimento della mostra fotografica, che questi giorni è in fase di conclusione, ecco saltare fuori tanti ricordi relativi a usanze del passato, facenti parte della storia travagliata della nostra piccola Confraternita. Ed ecco finalmente, frugando con insistenza e con la solita testardaggine nei più disparati archivi, recuperata una foto, dimenticata in un faldone dell’archivio parrocchiale, del celebre “carro dell’Assunta” tante volte menzionato da “Carmenucce”… Il sagrato, la folla, la processione distesa su via Sergio Pansini, diretta verso la nuova chiesa di Santa Teresa per scendere al Borgo e… la statua dell’Assunta su un veicolo bardato a festa, su un tappeto di fiori bianchi e rossi, i colori della Confraternita.
Questo e tanto altro sarà possibile ammirare presso i locali della casa canonica dal 1° al 15 agosto, dalle 18 alle 21. Chiunque fosse in possesso di altro materiale è invitato a condividerlo con la cittadinanza, consegnando ai posteri la memoria dei tempi passati. L’Amministrazione si riserva di realizzare una copia del materiale fornito per l’esposizione nella mostra e l’allestimento di un album da lasciare nell’archivio confraternale e restituendo l’originale, menzionando ovviamente il nome del proprietario.

Pietro Angione

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