Torna alle News Il Signore ha visitato il suo popolo…
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13/08/2010 - Lunedì 9 la celebrazione è stata officiata da S. E. mons. Luigi Martella, Vescovo della Diocesi di Molfetta, Ruvo, Giovinazzo e Terlizzi.
La cerimonia, davvero solenne, ha visto accorrere una moltitudine di fedeli da ogni quartiere della città, oltre che una foltissima rappresentanza di parrocchiani, consorelle e confratelli vestiti con le insegne.
Il Vescovo ha subito riconosciuto i volti di tanti confratelli che lo hanno circondato e accompagnato in quella affascinante avventura che fu, due anni fa, la Visita Pastorale. In particolare il Vescovo ha ricordato quella bellissima serata del 4 giugno 2008, quando le due Confraternite di S. Gennaro hanno animato la celebrazione eucaristica e, successivamente, hanno presentato al Pastore della Chiesa diocesana la storia, le attività, e le prospettive per il futuro dei due Sodalizi.
Toccante è stata l’omelia, articolata attorno a due argomenti: il mistero dell’assunzione della Vergine, e il Vangelo del giorno.
Nel 60° della proclamazione del dogma dell’Assunzione, il mistero mariano ci chiama a fissare lo sguardo su colei che è stata sempre puntuale nel “pagare le tasse spirituali”. La Vergine è stata integralmente glorificata, sia nell’anima che nel corpo: l’anima è stata concepita senza peccato originale, e il corpo non si è decomposto nella tomba, in quel processo che è il “fallimento” della natura umana, che rappresenta l’apice della nostra piccolezza innanzi al Creatore… bensì l’anima è stata assunta al Cielo unita al corpo, in un “miracolo” che anticipa il destino finale dei battezzati…
Il Vescovo ha puntualizzato la concordanza, nell’ammettere la glorificazione anche fisica di Maria, tra la chiesa Cattolica e quella Ortodossa, quasi a testimonianza della veridicità di quanto la Chiesa, dall’alto del suo Magistero infallibile, ha decretato sessant’anni fa. Unica differenza sta in ciò che le due Chiese predicano circa la “modalità” con cui l’Assunzione si è verificata: Maria è morta o no?
La Chiesa Ortodossa, ha esplicitato mons. Martella, insiste e afferma con certezza che la Vergine è morta o, per usare un termine più proprio della Teologia, si è “addormentata”. Solo a seguito della “Dormitio Virginis”, la Vergine è risorta ed entrata della Gloria Trinitaria con tutta la propria fisicità e materialità. La Chiesa Cattolica, in maniera più prudente, non si sbilancia tanto sulla morte della Vergine o sulla sua diretta Assunzione. Tuttavia essa è propensa a proclamare che la Madonna è morta, in primis perchè, in questo modo, Ella ha ricalcato il percorso tracciato dal Figlio, e che ci vedrà protagonisti alla fine dei tempi; in secundis per una sorta di “solidarietà”, ha proclamato il Vescovo, con il resto dell’umanità.
In ogni caso, a prescindere dal Dogma, cosa vuole insegnarci Maria?
Il Vescovo si è collegato al Vangelo di Matteo. Gli esattori chiedono: "Il vostro maestro non paga la tassa per il tempio?", e Pietro, prontamente, risponde: "Sì". Eppure Gesù non avrebbe dovuto pagare la tassa, perchè i re della terra riscuotono la tassa dagli estranei, e non dai figli. E Gesù, in quanto “Figlio” del Re, era pienamente padrone del tempio, non avrebbe dovuto pagare la tassa. Ma Gesù ordina a Pietro di pescare un pesce dal mare: nella sua bocca vi sarà una moneta d’argento.
Maria, ha pagato la sua tassa? Pensando alle tasse, nella mentalità comune, si pensa a un qualcosa di oneroso, dato il periodo di crisi economica. Eppure vi è anche una tassa spirituale! L’uomo è debitore, sempre e in ogni momento, verso il suo Creatore. Egli gli infonde quotidianamente la vita e, soprattutto, lo ama. Ed in virtù di questo amore rovente, l’uomo sente la necessità di ricambiare riamando l’Amante. E Dio è un amante esigente, perchè è Lui a decidere come essere amato: attraverso l’obbedienza alla sua Parola. Maria è maestra in questo perchè, anche nell’iconografia, è sempre rappresentata in atteggiamento di preghiera, di sottomissione alla Volontà Divina. Maria è talmente piaciuta al Signore da essere rivestita di un amore particolare, tanto da ricevere quel privilegio: quello di non condividere col resto del genere umano nè il peccato originale, nè la distruzione corporea.
Col fascino delle parole e dell’alto Ministero attribuitoGli dal Signore, il Vescovo ha incantato i presenti, che si sono sentiti ancor più pervasi di devozione e amore filiale alla Vergine, desiderosi, da quell’istante in poi, di porsi con maggiore impegno alla Sua sequela.
Dopo aver “spezzato la Parola e il Pane” con la comunità, il Vescovo si è trattenuto in chiesa per guidare l’antica preghiera devozionale della quindicina. Alla fine della celebrazione il Priore, in rappresentanza della Confraternita, ha omaggiato mons. Martella con una riproduzione in miniatura dell’icona dell’Assunzione che stà girando in “peregrinatio” i caseggiati del quartiere.
Pietro Angione
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