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L'impegno, la gioia e il rispetto

12/03/2011 - L’ultima domenica di carnevale rappresenta storicamente un momento importante dell’anno per la nostra confraternita, da sempre infatti coincide con la raccolta della prima “frasca” con la quale addobbare il “Cristo all’orto” per il pio esercizio del primo venerdì di Quaresima. La cronaca spicciola della giornata lascia però nei giorni successivi lo spazio alle riflessioni e alle sensazioni lasciate da questa giornata. Di qui le tre parole che nel titolo provano a ben rappresentare quello che è rimasto di questa domenica.
L’impegno è sicuramente quello dei tanti, ma davvero tanti quest’anno, confratelli che hanno partecipato all’evento nonostante la sveglia domenicale impegnativa, tuttavia nel corso della mattinata trascorsa in giro per le campagne è parso tangibile l’impegno di chi ogni anno con grande dedizione si prende cura delle “frasche”, una dedizione derivata direttamente da un mondo spesso ai più lontano, quello di chi quotidianamente si dedica all’agricoltura e l’impegno lo sente dentro ed è l’impegno di una vita intera in cui non esiste domenica nè festa perchè, come diceva qualcuno domenica mattina “se non ti dai da fare non mangi”.
La gioia è completamente quella dei confratelli che nel corso della giornata hanno seguito l’evento cercando ciascuno di rendersi utile o semplicemente di essere partecipe di una tradizione. Ed è con gioia che è necessario sottolineare il bel numero di partecipanti e la crescente vicinanza al sodalizio che si spera regga, cresca e si fortifichi anche dopo la Quaresima. La gioia è quella che ha riempito i cuori di tutti nell’entrare nella piccola chiesa di Santo Stefano e nel ritrovare quel Cristo e il suo volto a cui ogni giorno dell’anno noi confratelli siamo legati, e a fine serata nel vedere il Cristo in tutta la sua artistica bellezza e in tutta la sua forza emotiva addobbato con il lavoro sapiente di chi mette la propria esperienza al servizio dei novizi.
Infine il rispetto, ultimo ma forse la sensazione più forte della giornata, perchè sicuramente per tutti è stato un insegnamento il rispetto per i confratelli anziani nella scelta dei luoghi dove andare a tagliare i rami e poi ancora il rispetto per l’esperienza di chi ha svolto questo compito per anni e con maestria ha insegnato alle nuove generazioni la manualità delle operazioni e poi in punta di piedi e con estremo rispetto per la situazione ha guidato le operazioni di addobbo.
E quando il lunedì si ritorna alla corsa di ogni giorno, rimane nella mente quanto bene ha fatto questa giornata e la speranza che ce ne siano sempre altre che aiutino ad incontrare il Cristo non solo in quella piccola chiesetta ma in tutte le persone che incontriamo.

Cosimo Damiano Pisani

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