Torna alle News Saper essere Confraternita: è la prossima sfida
|
13/11/2013 - Ci sono momenti, situazioni e necessità che responsabilizzano la vita di ognuno di noi. Capita che anche l’appuntamento con le elezioni del nuovo Consiglio d’Amministrazione della nostra Confraternita avvenuto domenica scorsa possa essere visto come un traguardo per chi ha servito il sodalizio negli ultimi tre anni o come un trampolino di lancio per chi si appresta a farlo per i prossimi tre.
L’Amministrazione Roselli, Annese, de Robertis si è resa artefice di molte belle iniziative dal 2011 ad oggi; su tutte spiccano il restauro del simulacro dell’Assunta del Verzella e della base processionale resi possibili grazie al contributo dell’Amministrazione comunale e dalle oblazioni di confratelli e fedeli che hanno voluto in tal modo partecipare allo storico evento. Inoltre si è cercato di solennizzare degnamente l’anno del bicentenario della costituzione della Pia Unione dell’Assunta, embrione dell’attuale Confraternita, con concerti sinfonici, con un annullo filatelico, con un dvd dedicato alla nostra festa patronale. La nostra Confraternita, infine, ha firmato indelebilmente l’allestimento del “sepolcro” dei Miseri di quest’anno, contribuendo con un dispiegamento di forze, volontà e orgoglio ad uno dei più caratteristici sepolcri che l’Arciconfraternita dal Sacco Rosso abbia mai presentato ai fedeli. Le operazioni di restauro che, grazie all’interessamento di Cosimo Roselli hanno riguardato anche la sede della Confraternita, continueranno anche nei prossimi tre anni: e non ci riferiamo soltanto alla ristrutturazione del Cappellone dell’Assunta in San Gennaro i cui lavori sono già pianificati o a quella ancor più necessaria ma altrettanto impegnativa della Cappella cimiteriale. La vera ristrutturazione riguarda la Confraternita in quanto moltitudine di uomini, fratelli appunto, accomunati dalla devozione verso la Vergine ma soprattutto illuminati dalla fede.
Proviamo a renderci partecipi della ristrutturazione di ciascuno di noi, non lasciamo intentata la strada di una nuova sinergia tra anziani, adulti e ragazzi, tra studenti e professionisti, tra agricoltori e operai. La Confraternita non è un pensiero astratto, non si riduce a sterili articoli di statuti e regolamenti che spesso dividono anzichè unire; la Confraternita è insieme di uomini, è confronto, è dialogo, è condivisione, è servizio e sacrificio. Essere confratello è soprattutto essere in comunione che non significa pensarla necessariamente allo stesso modo ma accettare delle scelte, saper fare un passo indietro, ascoltare e parlare se necessario.
Il nostro padre spirituale, negli ultimi tempi, ha ribadito più volte l’invito a partecipare alle attività della Parrocchia. Bene, facciamo sentire dunque la nostra presenza sul territorio, siamo assidui nel frequentare la sede confraternale. Non tiriamo i remi in barca perchè ci sarà sempre da fare, gli stimoli vengono dal confronto e da un dialogo cui tutti hanno il diritto di prender parte. Gli anziani non dimentichino di avere un ruolo altamente formativo per la crescita generazionale delle nuove leve e i più giovani sappiano che ci sarà bisogno delle loro energie e della loro vitalità per allestire nuovi programmi che procedano di pari passo con l’inclinazione culturale e caritativa del sodalizio.
Ci è stato affidato un compito: portare tra la gente la nostra fede, la nostra energia propositiva e il nostro attaccamento alla Confraternita di Maria SS. Assunta in Cielo.
D’ora in avanti ci impegneremo ad aprire la sede per più tempo, magari due volte a settimana, e in orari più consoni. Che bello sarebbe se almeno la metà dei 92 votanti di domenica scorsa potesse offrire la sua disponibilità e la sua frequenza. Le iniziative si moltiplicherebbero e troveremmo linfa per una crescente predisposizione alle opere di carità. Per questo il nostro scopo non sarà finalizzato a coinvolgere quei 64 confratelli che hanno votato a favore dell’Amministrazione ma soprattutto vorrà meritarsi la fiducia di coloro che, al momento, non hanno voluto accordarla.
Nessuno è indispensabile, ma tutti servono.
Giuseppe Marino de Robertis
|